Fossa settica e impianto depurazione a fanghi attivi: qual è la differenza?
Una fossa settica e un impianto di depurazione a fanghi attivi hanno lo stesso scopo, entrambi servono per il trattamento delle acque reflue in edifici isolati e non allacciati alla rete fognaria. Sebbene lo scopo sia simile, presentano alcune differenze significative.
Analizziamo i due sistemi e vediamo quali sono le differenze principali tra le fosse settiche e i depuratori a fanghi attivi, detti anche ad “ossidazione totale”. Per capire la differenza tra loro, dobbiamo prima guardare le caratteristiche delle fosse settiche e degli impianti di trattamento delle acque reflue e come funzionano.
Cos'è una fossa settica?
Come mostrato nello schema sottostante, le fosse settiche sono delle vasche, solitamente interrate e suddivise in più compartimenti. Le acque reflue entrano da una delle estremità della fossa settica e vengono separate, principalmente per gravità, in solidi (fanghi) e sostanze leggere (schiume e grassi). L’acqua di scarico rimanente, lascia la fossa settica attraverso la condotta di uscita ed entra solitamente in un sistema di subirrigazione o di fitodepurazione perché il livelli di residui inquinanti ancora presenti, non consentono la dispersione diretta sul suolo (Tabella 4 dell’allegato n. 5 del D.L. 152/99) o in un corpo idrico (Tabella 3 dell’allegato n. 5 del D.L. 152/99).
Per ottimizzare la resa dei sistemi di subirrigazione o di fitodepurazione, l’acqua proveniente dalle fosse settiche (ma anche quella proveniente dalle fosse Imhoff) viene immessa nelle condotte disperdenti mediante uno o più “pozzetti di cacciata” che mediante dei flussi intermittenti, consentono di mantenere le condotte sgombre dai sedimenti e di raggiungere anche i limiti più estremi dei tubi drenanti.
Come funziona un impianto di depurazione ad ossidazione totale?
Sebbene la funzione ultima di un impianto di depurazione a fanghi attivi, sia la stessa di quella di una fossa settica, il metodo di trattamento e l’efficacia sono diversi. L’impianto di trattamento delle acque reflue ad ossidazione totale, non solo separa i fanghi e la schiume nelle acque reflue, ma mediante l’utilizzo di un sistema di insufflaggio di aria, va ad aerare la camera di trattamento. Questo processo stimola la crescita di batteri aerobi “buoni” che vanno a formare una massa fangosa (da cui deriva il termine “fanghi attivi”) con lo scopo di aiutare a decomporre le sostanze organiche nocive presenti nelle acque reflue. Dopo che questo processo è completato, l’acqua chiarificata può essere dispersa direttamente sul suolo o su un corpo idrico superficiale, poichè questo tipo di trattamento consente di far rientrare i reflui nei limiti stabiliti dalla normativa.
Tabella 4 dell’allegato n. 5 del D.L. 152/99 per lo scarico sul suolo e Tabella 3 dell’allegato n. 5 del D.L. 152/99 per lo scarico in un corpo idrico.
Differenze fondamentali
In termini di processo, la principale differenza tra fosse settiche e impianti di depurazione, come accennato sopra, è il livello di purificazione delle acque reflue che questi ultimi sono in grado di garantire, le acque trattate con un depuratore possono venir scaricate direttamente nell’ambiente, le acque trattate con una fossa settica, necessitano di un ulteriore filtraggio.
Oltre al livello di purificazione delle acque reflue, ci sono altre differenze:
- I depuratori necessitano di elettricità (anche se in quantità limitata) per azionare le pompe che servono per insufflare l’aria all’interno della camera di trattamento.
- Le fosse settiche funzionano senza alimentazione elettrica.
- Le fosse settiche vanno svuotate con una certa periodicità (solitamente ogni 6 mesi).
- I depuratori hanno dimensioni più compatte ed occupano meno spazio.
- Le fosse settiche hanno bisogno di spazi di installazione più ampi, in quanto bisogna prevedere anche il sistema di subirrigazione o di fitodepurazione.